Recentemente sul “Sole 24 ore” lo studioso di Roberto D’Alimonte ha parlato del successo del Terzo Polo alle amministrative che, pur non presentandosi ovunque insieme, ha raccolto il 12,9% nei comuni superiori a 50 mila abitanti e, addirittura, il 19,8% nei capoluoghi di Provincia in cui si è votato.
Un dato che non solo dimostra gli ampi spazi per il Nuovo Polo, ma che sembra destinato a crescere in occasione delle elezioni politiche. Le performance migliori del Nuovo Polo si sono registrate al Sud e la Capitanata è una di quelle realtà in cui è possibile arrivare alle provinciali a cifre che consentano di partecipare al ballottaggio.
Il successo conseguito dagli uomini e dalle liste di Futuro e Libertà, Unione di Centro e Unione di Capitanata nelle recenti amministrative è sotto gli occhi di tutti: due sindaci eletti, la partecipazione a tre ballottaggi su quattro e così via. Sarebbe tempo di trarne le conseguenze politiche: certo, la lacerazione apertasi nell’Udc con la formazione di un soggetto politico su base locale complica il nostro cammino. Ma se si riesce ad acquisire una prospettiva più lungimirante, è evidente che si tratta di storie destinate a convergere. La mia idea è che non solo si debba aprire al più presto un tavolo di discussione fra questi soggetti (e naturalmente con l’Alleanza per l’Italia) per arrivare fin da subito almeno ad un patto di consultazione; ma che questo sforzo organizzativo debba servire ad attrezzarci per le prossime elezioni provinciali, che devono vederci protagonisti. Un candidato terzista a Palazzo Dogana, specie considerando che non pare che Antonio Pepe voglia ripetere l’esperienza, è molto più di un’esercitazione accademica. Ed è un risultato che può essere ottenuto anche con le nostre sole forze. Pensiamoci.