Gal, De Leonardis (FdI): i criteri di selezione delle Strategie di Sviluppo Locale penalizzano Gargano, Monti Dauni e altre aree della Puglia

“La recente determinazione dirigenziale attraverso cui si stabiliscono i criteri di selezione delle Strategie di Sviluppo Locale dei Gruppi di Azione Locale, nell’ambito della nuova programmazione comunitaria, è penalizzante delle specificità territoriali di Gargano, Monti Dauni e di altre zone pugliesi, vale a dire aree rurali con problemi complessivi di sviluppo e aree rurali intermedie”. Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giannicola De Leonardis, che ha presentato una interrogazione al presidente Emiliano e agli assessori Pentassuglia e Piemontese rilevando come: “non ci sia stata una fase di ascolto dei territori affinché si potessero adottare strategie più aderenti alla realtà e, soprattutto, alle specificità di aree particolari come quelle di diverse zone della Puglia. Con quali criteri si può pensare di costruire una ruralità diversificata quando, di fatto, si annullano le differenze territoriali mettendo in difficoltà zone che devono combattere contro lo spopolamento, che soffrono carenze infrastrutturali e dove, soprattutto, si pratica la cosiddetta “agricoltura eroica” – chiede De Leonardis che prosegue – I criteri elaborati dall’Autorità di Gestione della Regione Puglia, entrano in contrasto con quanto evidenziato dallo stesso Complemento Regionale per lo Sviluppo Rurale del Piano Strategico della Pac. Secondo tale documento, l’intervento comunitario per quei territori caratterizzati da gravi problemi di sviluppo e di abbandono, dovuti anche alla scarsa presenza di servizi essenziali ed infrastrutturali di collegamento, deve essere prioritario anche in virtù della presenza di aree dove risulta elevato il tasso di spopolamento e basso quello di natalità. Bisogna pensare di mettere in atto azioni che prevedano una maggiore premialità, lo stanziamento di risorse aggiuntive, per quei territori che rischiano l’impoverimento rurale e che magari non riescono ad essere attrattivi nell’ottica di una implementazione delle attività produttive. Evidente, quindi, la necessità di apportare modifiche urgenti ai criteri adottati, anche per evitare più che probabili contenziosi amministrativi”, conclude De Leonardis.