“Anche la leggina all’esame del Consiglio Regionale, poco più che un pannicello caldo sulle letali ferite apportate alla Sanità pugliese dal malgoverno vendoliano e dai tagli che ne conseguono, risente del grave limite delle legislazioni di emergenza, che puntellano o fingono di puntellare le situazioni senza risolverle.
La verità è che le nostre popolazioni hanno diritto a non vivere alla giornata il loro diritto alla salute, magari nella cieca quanto stressante attesa dei tagli prossimi venturi, ma a conoscere e discutere tempestivamente una programmazione seria e lungimirante, che le doti di un progetto concreto di ottimizzazione e di rilancio dei loro servizi ospedalieri e sanitari. Una programmazione alla luce del sole, proiettata nel futuro, discussa e condivisa con il territorio, che metta al sicuro le eccellenze di cui anche questa disastrata Sanità pugliese ha saputo dotarsi, e consenta loro di non soltanto di sopravvivere, ma anche di crescere.
Al contrario continuiamo a navigare a vista ed al buio, sulla pelle delle nostre comunità. Cosa dirò io, per esempio, che ho l’onore come altri di rappresentarli, agli utenti degli Ospedali di Manfredonia e Lucera: avranno ancora il loro Ospedale o devono prepararsi a perdere anche quelli, nelle prossime incursioni degli Attila della nostra Sanità?
Non è più tempo né di pannicelli caldi né di silenzi ipocriti ed omertà. Vogliamo e dobbiamo sapere cosa attende le nostre Popolazioni nelle politiche più sacre che sono quelle alle quali è legata la vita stesse delle persone. E nemmeno questa leggina ce lo dice, forse perché non c’è il coraggio di dircelo.”