18 ospedali da dismettere e tutti quelli con meno di 50 posti letto da riconvertire, assorbendoli in strutture di livello superiore: passa dalla revisione della rete ospedaliera buona parte del piano di rientro che la prossima settimana approderà in consiglio regionale dopo aver passato l’esame delle commissioni. Per quanto riguarda i nosocomi, vengono anche previsti gli accorpamenti dei reparti «doppione» e la riduzione dei ricoveri inappropriati. E’ quanto scrive oggi la Gazzetta del Mezzogiorno.
Nella manovra la giunta regionale prevede 2.200 posti-letto da tagliare entro il 2012, abbassando il rapporto posti letto- abitante da 4 a 3 ogni mille. In pratica, ora in Puglia ci sono 215 ricoveri ogni mille abitanti, mentre bisognerà portarli a quota 170. Dei 2.200 letti, oltre 1.400 saranno tagliati quest’anno (1.224 per acuti e 197 per post-acuti) e saranno tutti di strutture pubbliche. I restanti 800 posti saranno tagliati entro il 2012: 370 saranno ancora nel pubblico, altri 300 nelle cliniche privato e 130 nelle strutture ecclesiastiche convenzionate.
Risparmi arriveranno anche dal contenimento della spesa per il personale. La Regione, infatti, intende instaurare il blocco del turn-over (la non sostituzione del personale in uscita) per tutto il triennio. I risparmi potrebbero aggirarsi sui 18 milioni nel 2010, 32 milioni nel 2011 e 52 milioni nel 2012. Inoltre, viene inserito il ticket di 1 euro su ogni ricetta per disincentivare il ricorso all’acquisto di farmaci non indispensabili.
La Puglia primeggia nella spesa farmaceutica non ospedaliera (medici di famiglia e, soprattutto, guardie mediche): dovrebbe attestarsi su 40 milioni di ricette l’anno, ma il trend è superiore (45 milioni), con uno sforamento rispetto ai parametri delle regioni più virtuose tra i 101 e i 204 milioni di euro. Di qui la scelta da un lato di incentivare i farmaci equivalenti (meno costosi a parità di molecola) e, dall’altro, di disicentivare il ricorso alle prescrizioni «facili» con il ticket. Il risparmio complessivo dovrebbe aggirarsi sugli 88 milioni.
che soddisfazione…
ospedali in meno, ma paghiamo le ambulanze delle cooperative per mandare i portantini a fare la spesa al pianeta o alla mongolfiera, mentre le ambulanze asl sono ferme al parcheggio, a torremaggiore il pronto soccorso è chiuso, quello di san severo è intasato, ottimi risultati della gestione asl e del governo vendola.
non è vero che tutte le cose cambiano: l’elemento comune che rimane in ogni caso sono i “sanitari”. Allora, visto che pur cambiando politici, amministratori, fondi, ospedali, strategie, e quant’altro la situazione non migliora MAI, a nessuno viene il dubbio che:
NON E’ LA SANITÀ AD ESSERE MALATA, MA LO SONO I SANITARI. Dalla mia infinitesima ed insignificante esperienza personale ho visto direttori generali, sindacato (uielleeffepi), direttori ospedalieri , primari, dirigenti e coordinatori uniti, compatti ad utilizzare gran parte del proprio tempo semplicemente per appagare la propria superbia…e a pagare sono quelli che non riescono ad accettare le regole del gioco, il cui primo editto recita: se tu lavori davvero, allora danneggi l’immaggine di tutti i tuoi colleghi che, invece, non ne hanno nessuna voglia ed inoltre…crei un precedente!! Rif. asl lecce, p.o. di casarano. il mio ip lo conoscete.
il mio consiglio e’: non chiudete gli ospedali, chiudete i SANITARI nel posto che meritano….al cesso!!