Di seguito la dichiarazione del capogruppo di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo:
“Avevamo già paventato il rischio non solo di incostituzionalità, perché non è competenza delle Regioni ma dello Stato, ma che affrontare in Consiglio regionale un dibattito su ‘fine vita’ fosse sdoganare, con legge regionale, il diritto alla morte.
“In una materia così delicata non si può giocare con la sofferenza più grande dell’uomo, qual è la morte, per appuntarsi inutili medagliette e titoli di giornale. Senza contare che la ‘voglia di vivere o morire’ è legata anche alla qualità dell’assistenza sanitaria che il paziente e l’ammalato ricevono. La sofferenza non dobbiamo estirparla perché fa parte di noi ma dobbiamo alleviarla e dobbiamo chiederci se in Puglia sono efficienti i servizi di assistenza ai malati terminali e se siamo in grado di assicurare le cure palliative e la terapia del dolore. Se una Regione è incapace di sostenere la vita con i servizi sanitari e di integrazione socio-sanitaria è allora vuol dire che sul piano sanitario ha fallito la sua mission che è tutelare e promuovere la salute e quindi la vita.
“Un ringraziamento va non solo ai colleghi che bocciando l’articolo 1 hanno bocciato l’intera proposta di legge Amati, ma va al professor Raffaele Rodio (costituzionalista) e al professor Filippo Boscia (ginecologo) che in commissione regionale hanno, il primo, smontato giuridicamente la possibilità dell’eutanasia regionale (come dire: in Puglia sì e nelle altre regioni no), il secondo il valore della vita sempre, in qualsiasi momento anche in quelli dolorosi.”