“La provincia di Foggia è attanagliata dal fenomeno criminale della “Quarta Mafia”. L’emergenza sicurezza e quella legata all’efficace funzionamento della macchina della giustizia vanno affrontate simultaneamente per restituire fiducia alla Comunità di Capitanata. Risolvere le ormai annose questioni legate alle carenze di uomini e mezzi utili al controllo capillare del territorio e quella dell’assenza di presidi di legalità, ad eccezione del Tribunale di Foggia, deve essere uno degli obiettivi in agenda del nuovo Governo”. Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giannicola De Leonardis, all’esito del Consiglio regionale monotematico dedicato alla provincia di Foggia svoltosi oggi a Bari.
“Il processo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie e di accorpamento avviato dal Governo ormai più di dieci anni fa, su delega del Parlamento, ha comportato, per la provincia di Foggia, la chiusura del Tribunale di Lucera e delle Sezioni Distaccate di Apricena, San Severo, Rodi Garganico, Cerignola, Manfredonia, Trinitapoli. L’intero carico è stato così riversato sul solo Tribunale di Foggia, già in affanno prima della riforma, passato da un’utenza di circa 200mila abitanti, quella derivante dalla popolazione foggiana e dal comprensorio dei Monti Dauni meridionali, a una di 670mila. Sul Tribunale di Foggia, che si deve occupare di un circondario di più di 7mila kilometri quadrati, attualmente, gravano ben 13mila processi. Nel mese di gennaio 2022 – prosegue De Leonardis – il Consiglio regionale della Puglia ha approvato all’unanimità una mia mozione con la quale si invitava il presidente Emiliano e l’intero esecutivo regionale a portare all’attenzione del Governo nazionale l’emergenza criminalità, esplosa ormai da anni in maniera deflagrante in Capitanata, perorando la richiesta, pressante anche da parte degli addetti ai lavori, di rivedere lo scellerato accorpamento dei tribunali che ha particolarmente penalizzato un territorio vasto e ad altissima densità criminale. All’emergenza giudiziaria si aggiunge quella legata alla carenza di uomini e mezzi della Forze dell’Ordine operanti sul territorio per un contrasto alla criminalità organizzata e alla illegalità che deve essere asfissiante. In Capitanata, attualmente, operano circa 500 unità. Un numero simile a quello di interi territori regionali di estensione minore rispetto a quello della provincia di Foggia e che non sono caratterizzati da una presenza mafiosa organizzata e aggressiva come quella operante in Capitanata. L’emergenza sicurezza e giustizia in Capitanata – evidenzia De Leonardis – comporta gravi ripercussioni sullo sviluppo economico del territorio poiché scoraggia possibili investitori ad operare in provincia di Foggia e non invoglia nemmeno le banche a finanziare imprese che volessero investire a causa degli elevati rischi derivanti dalla presenza mafiosa e delle azioni criminose che questa è capace di mettere in atto. I mancati investimenti comportano la cosiddetta “fuga di cervelli” e il conseguente spopolamento dei territori della provincia di Foggia: dal capoluogo dauno al Gargano, dai Monti Dauni fino all’Alto e al Basso Tavoliere che perdono costantemente giovani i quali, una volta formatisi nella nostra Università, emigrano in altre zone d’Italia o all’estero. La Capitanata ha il più alto tasso di disoccupazione della Puglia. La provincia di Foggia sconta un gap non indifferente rispetto agli altri territori pugliesi e nazionali rispetto alle infrastrutture. Necessarie anche queste per attrarre investimenti che possano generare posti di lavoro. E non basta la riattivazione del Gino Lisa se, ad esempio, non si affronta il tema del raddoppio della Statale 16 Foggia-San Severo o se non si ribadisce la centralità della seconda stazione di Foggia per evitare di restare fuori dall’Alta Velocità. Questi ed altri temi, come quelli legati all’energia o alle risorse idriche, sono stati portati all’attenzione del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, il quale ha saputo cogliere, nel suo intervento conclusivo della seduta consiliare odierna, ciò che è necessario fare per risollevare le sorti della Capitanata. Confidiamo nelle azioni che questo Governo vorrà intraprendere per recuperare il troppo terreno che si è perduto, almeno nell’ultimo decennio, a causa del disinteresse e delle sottovalutazioni da parte dei governi precedenti e di cui, purtroppo, siamo stati costretti a prendere atto sistematicamente”, conclude De Leonardis.