Durante la seconda guerra mondiale la città di Foggia fu più volte attaccata da bombardamenti aerei da parte delle Forze Alleate anglo-americane.
In particolare, nell’anno 1943 furono attuati i bombardamenti più devastanti sia a livello di perdite umane che a livello di perdite infrastrutturali, nel periodo compreso tra maggio e settembre.
Uno dei peggiori fu proprio quello avvenuto il 22 Luglio di quell’anno, quando quaranta aerei “FORTRESS” della Royal Air Force attaccarono la città, distruggendone un intero rione e provocando 7643 morti tra i civili.
Il 1943 viene ricordato, nella storia militare italiana della Seconda Guerra Mondiale, come un anno pieno di bombardamenti in molte città. La strategia militare degli alleati era quella di attaccare la popolazione per danneggiare il regime fascista.
Foggia era un bersaglio importante, perché si temeva che dalla sua stazione ferroviaria potessero arrivare rinforzi alle truppe italiane posizionate in Sicilia.
Di quel nefasto giorno sono state rese numerose testimonianze storiche. Una delle più accorate è proprio quella inerente gli avvenimenti del 22 Luglio, rilasciata dal Monsignor Fortunato Maria Farina, Vescovo di Troia e Foggia, che in una sentita missiva, indirizzata al Santo Padre Pio XII, diceva:
“La prima incursione, che fu veramente disastrosa per la città, fu quella del 22 luglio: l’obiettivo pare fosse la stazione ferroviaria, ma per riuscire nell’intento di annientarla, il nemico demolì rovinosamente un intero rione della città. E sicuramente l’azione si svolse in pochi minuti, fulmineamente nel momento stesso che sibilavano le sirene dell’allarme, sorprendendo le persone nel massimo affollamento lungo le vie per le attività mattutine, il mitragliamento, davvero barbaro e brutale, aggiungeva alle rovine ed alle vittime del rione demolito, una moltitudine di vittime abbattute per le strade, sui mercati, nella Villa comunale, ove molti avevan cercato di occultarsi sotto gli alberi»
Degna di nota è anche la cronistoria dei bombardamenti sulla città, raccontata dal giornalista e scrittore cerignolano Luca Cicolella (Cerignola, 10 Giugno 1924 – Foggia, 24 Ottobre 1986) nel suo libro intitolato “… E la morte venne dal cielo”, pubblicato una prima volta nel 1973 e una seconda volta nel 1983.
Il libro, oltre a raccontare la tragicità degli eventi, restituisce ai lettori una lucida e spettrale fotografia di come appariva la città di Foggia dopo i devastanti bombardamenti aerei; ridotta a un cumulo di rovine e macerie cosparse di cadaveri, resti umani e carcasse di animali, Foggia è descritta come una città fantasma, un cimitero a cielo aperto nel quale, di giorno, vagavano i disperati alla ricerca dei propri cari e di notte i predoni, senza scrupoli, intenti a depredare i cadaveri. Inoltre ladri armati si aggiravano in cerca di bottino per le abitazioni abbandonate, incuranti delle epidemie che sarebbero potute esplodere.
Nell’appendice dell’opera del Cicolella è riportata anche la sopra citata Relazione inoltrata nel 1943 dal vescovo Monsignor Farina al Papa , per informarlo dei bombardamenti subìti dalla sua città.