Aver rispettato il lockdown in maniera diligente e seria ha fatto la differenza tra le regioni del Sud e quelle del Nord.
Ma ora che ci apprestiamo a vivere la Fase 2 non possiamo cullarci
anche per l’allarme lanciato da molti esperti su una possibile ricaduta
autunnale.
Per questo è fondamentale, proprio ora, analizzare i dati per capire e porsi alcune domande e pretendere delle risposte.
Stando ai dati ufficiali, la Puglia è l’ULTIMA REGIONE in Italia per guariti (17,83%); è la PENULTIMA REGIONE in Italia per tamponi effettuati 1,59 ogni 100 abitanti (peggio di noi solo la Campania 1,73);
è la PENULTIMA REGIONE in Italia per il rischio contagio con valore 0,78 (ultimo il Molise 0,84).
Nei giorni scorsi avevo anche lanciato l’allarme su altri numeri,
quelli sulla mortalità sia grezza sia specifica e in questi giorni è
andata anche peggio: in Puglia si muore di più che nelle altre regioni
del SUD, delle ISOLE, del Lazio e dell’Umbria, vale a dire 1 pugliese
ogni 10.000 abitanti (mortalità grezza) e 10,23 decessi ogni 100 casi
positivi (mortalità specifica).
Peraltro oggi è squillato un
campanello d’allarme: ad un numero notevolmente inferiore di tamponi
(quasi la metà rispetto a ieri) corrisponde un numero di casi positivi
superiore!
Senza fare terrorismo, perché non è questo il mio
intento, bisogna accendere i riflettori su questi NUMERI per capire da
cosa sono determinati, cosa sta accadendo e pretendere delle risposte
chiare. Lunedì prossimo, 4 maggio, per
quanto discutibile nelle modalità, si ripartirà ed è necessario ed
urgente dare delle risposte a questi numeri.
Emiliano piuttosto che
imperversare, spesso anche commuovendosi, in tutte le tv a spiegare le
sue spesso inutili e confuse ordinanze – che da giorni stanno creando
scompiglio tra i sindaci pugliesi e ilarità su alcuni questioni – si
preoccupi di spiegare perché in Puglia abbiamo questi dati così
allarmanti.
Giorni fa il professore Lopalco su twitter mi rispose che fare tamponi a tutti gli operatori sanitari non era la stessa cosa che farli ai turisti che venivano in Puglia, la differenza me l’avrebbe spiegata non con un tweet… sono ancora in attesa, spero che prima o poi trovi il tempo, tra le tante trasmissioni televisive alle quali partecipa, di rispondere anche alle domande di oggi.
Mi appello, infine, anche agli organi di informazione perché aprano, anche con il coinvolgimento di tutto il mondo scientifico pugliese (spesso inspiegabilmente tenuto ai margini) un dibattito: i NUMERI (non miei, ma diramati ufficialmente e quotidianamente dalla Regione Puglia) in questo caso non sono opinioni o strategie politiche o polemiche strumentali ma sono FATTI OGGETTIVI probabilmente leggermente più importanti ed urgenti della discussione su chi può andare a pescare, tre giorni prima di quanto già stabilito, e cosa può pescare.
DauniaCom.it Notizie 02/05/2020 ore 19.30