Diagnosticare il coronavirus tramite test sierologici o con i tamponi? La parola al microbiologo

«Al momento, non ci sono terapie efficaci per il Covid-19», hanno messo nero su bianco quattro ricercatori dell’Università del Texas in una revisione di studi pubblicata sul Journal of the American Medical Association.

Siamo bombardati da tante informazioni che riguardano anche il massiccio utilizzo dei test sierologi al posto dei tamponi, ma dov’è la verità? Poniamo su questo tema qualche quesito al Dott. Francesco Antonucci, originario di Torremaggiore (Fg). Attualmente è Dirigente Biologo presso il Policlinico Riuniti di Foggia ed ha pregressa esperienza in Virologia. Ha ricoperto altresì l’incarico di Capo Dipartimento di Microbiologia e Virologia presso la Acculabs Diagnostics Ltd a Durham (UK).

Dottor Antonucci il dilemma è noto: test sierologici o tamponi per effettuare diagnosi ai tempi del Coronavirus?

Il test sierologico va sempre accompagnato a quello virologico. Questa è una regole fondamentale perchè i test sierologici come strip test (aka saponette), westernblotting e test di agglutinazione, rilevano IgG e IgM con una non alta sensibilitá e specificitá. Cio significa che sono poco sensibili a rilevare basse dosi anticorpali (quindi meno veri positivi e piu falsi negativi) e sono poco specifici per rilevare le IgG e IgM con regioni FAB specifiche per quel determinato virus (quindi meno veri negativi e piu falsi positivi). In altre parole, possono essere cross reattive in caso di SIMIL infezioni come per esempio: SARS e MERS, nel contesto di SARS COV 2, oppure HBV e HAV, nel contesto HCV. La validazione dei test sierologici con certificazione CE, viene fatta (soprattutto in questi periodi) con criteri molto più elastici rispetto alla validazione di test molecolari. Ció significa che molti Test Sierologici non sono legalmente idonei per lo scopo diagnostico.

Che margine di errore diagnostico può dare il test sierologico?

Analogamente al tampone, anche il test sierologico puó dare falsi positivi; tuttavia, mentre la real time polymerase chain reaction (RT-PCR, da non confondere con la Retro-Trascriptase PCR) rileva l’antigene del virus, o meglio l’RNA, il test sierologico rileva l’anticorpo, infatti quest’ultimo rientra nella categoria delle Tecniche Diagnostiche indirette. La prima in quelle dirette. Questo significa che, per la legge dei grandi numeri, mi aspetto più un falso positivo da una tecnica indiretta che da una diretta. Nel caso dell’uso di un test sierologico è molto importante sapere il quadro del paziente per capire se è avvenuta la sieroconversione. Nel caso del tampone No.

Però anche il tampone può dare falsi negativi?
Si, è vero. Il tampone puó dare dei falsi negativi; ma ció non è dovuto ai parametri di qualitá del test, ma al campionamento che va effettuato a livello naso-faringeo in modalità precisa, alla carica virale presente nell’individuo e alla conservazione del tampone.

Quindi come possiamo concludere su questo tema?

Il test sierologico può, senza ogni discussione, essere eseguito solo ed esclusivamente in concomitanza con il test virologico, a mio avviso. Se osservo dei livelli alti di IgM, posso capire che l’infezione è in corso; il passo successivo, deve essere quello di fare il viral load con real time pcr e di monitorare la viremia durante il trattamento del paziente, quindi occorre fare il tampone.

DauniaCom.it Notizie 25/04/2020 ore 12.00