“Le risse di questi giorni a Montecitorio, oltre che segnare un’altra pagina nera nella considerazione dei cittadini verso le istituzioni ridotte alla stregua di un ring, sono la peggiore fotografia del naufragio del defunto patto del Nazareno e di riforme costituzionali condivise e lungimiranti. Tanto che adesso si profila un Aventino delle opposizioni con il risultato che le riforme se le voterebbe da solo il Pd e neanche tutto. È sempre più chiaro che l’accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi non solo ha prodotto modifiche costituzionali e nuovi meccanismi elettorali confusi, sbagliati, contraddittori; ma soprattutto conferma che si trattava unicamente di un accordo strumentale e di potere. Lo scenario è ora quello di un premier che imbocca la strada, del tutto fuori luogo, del “facciamo da soli”, con l’idea di arrivare al traguardo dell’approvazione sulla punta delle baionette delle forzature regolamentari e anche al prezzo di spaccare il Pd, obiettivo opposto a quanto sbandierato per l’elezione del successore di Napolitano; e di un ex leader dell’opposizione strumentalmente riscoperta che ora rigetta quanto votato al solo fine di coprire perdita di leadership e insanabili conflitti interni al partito. A questo quadro cupo si aggiunge lo scarsissimo senso istituzionale dei Cinquestelle e il becero protagonismo di deputati ansiosi di usare le mani invece che la testa.
Non è questa la strada per cambiare le regole del gioco, operazione delicatissima che richiede senso di equilibrio e ponderazione.
Italia Unica, che giudica in modo totalmente negativo l’Italicum in quanto micidiale concentrazione di potere e le proposte sul Senato che Renzi vuol mettere in mano ai Consigli Regionali da lui quasi tutti controllati, lancia un appello ai parlamentari affinché non diano via libera a riforme che allontanerebbero ancor più i cittadini dalla politica. Al tempo stesso, sommessamente e con rispetto, si rivolge al capo dello Stato esprimendo tutta la sua preoccupazione per riforme che interpretano poco e male lo spirito della Costituzione che invece esalta la partecipazione popolare e non prevede il principio in base al quale minoranze diventano forzatamente maggioranze con minimi o nulli controlli e contrappesi”.