Il viceministro allo Sviluppo economico De Vincenti risponde all’interrogazione parlamentare del deputato pugliese L’Abbate (M5S) sulla centrale a biomasse di Rignano Garganico Scalo ma non entra nel merito del finanziamento statale erogato da Invitalia
Ha atteso oltre sei mesi per ricevere un responso dal Governo Renzi la centrale a biomasse che si realizzerà a Borgo Eridania, in località Rignano Garganico Scalo a Foggia. A rispondere all’interrogazione parlamentare presentata dal deputato pugliese Giuseppe L’Abbate è stato il viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti. Ma forse, sarebbe meglio dire, a “non rispondere”. L’economista, membro del dicastero con gli ultimi tre governi sin dal 28 novembre 2011, infatti, ha demandato alla Puglia l’incarico (come del resto previsto dalla normativa) dell’iter autorizzativo di Borgo Eridania e si è dilungato nell’illustrare come la legge permetta ad ogni regione di realizzare tutti gli impianti di cui ritiene di aver necessità, senza alcun limite se non quello delle procedure autorizzative interne alla stessa. Non una parola, invece, sulla centrale a biomasse foggiana.
Eppure la domanda rivolta dal deputato 5 Stelle nella sua interrogazione era chiara ed inequivocabile: “se nel corso dell’istruttoria da parte di Invitalia e del competente Ministero siano stati tenuti in debita considerazione i cosiddetti «effetti ambientali incrociati ed economici» e se sia stata prodotta un’analisi costi-benefìci, visti gli ingenti finanziamenti pubblici, in modo tale da garantire alla cittadinanza locale, già allarmata dalla presenza di altri impianti simili, che le ricadute occupazionali ed economiche, anche indirette, giustifichino gli impatti ambientali e sanitari che questo progetto porta inevitabilmente con sé”. Dunque, su che basi economiche, su che business plan aziendale, Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A., società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia) abbia avallato il finanziamento statale per 26,34 milioni di euro di fondi pubblici, a fronte dei 22,52 milioni di euro messi sul piatto dalla società bergamasca Enterra S.p.A. per la realizzazione della centrale a biomasse. Una società che, nel frattempo, ha visto andare la maggioranza delle quote, pari al 70%, all’impresa estera “Belenergia”.
“Nonostante il responso ponziopilatesco del Governo Renzi, continueremo nel chiedere chiarimenti all’Esecutivo su questi ingenti finanziamenti conferiti ad un modello di impresa che necessita di materie prime che in Puglia non risultano essere presenti nelle quantità richieste – dichiara Giuseppe L’Abbate (M5S) – Ci ritroveremo ad importare sansa vergine per garantire alla centrale a biomasse di Borgo Eridania di poter funzionare, inquinando inutilmente il doppio, quando la nostra stessa regione produce già una quantità di energia che non riesce né a spendere né spesso a convogliare nella rete?! Se sono questi i progetti di cui necessità il Mezzogiorno per cercare la via dello sviluppo secondo Invitalia, possiamo abbandonare ogni speranza di superare la crisi con questa classe dirigente”. Il riferimento è alle dichiarazioni di Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, rilasciate a Napoli lo scorso settembre: “Il problema dell’Italia e del Sud non è la disponibilità di capitali, chi lo racconta dice fandonie. Il problema è che mancano i progetti per usare il denaro disponibile”.
“Da parte nostra – conclude il deputato pugliese 5 Stelle – continueremo a chiedere una risposta concreta, vera, corroborata da fatti e dati inconfutabili al Governo Renzi delle motivazioni che portano lo Stato ad avallare e sostenere impianti di queste dimensioni e di questa tipologia. Certamente, senza il finanziamento di fondi pubblici, Foggia non avrebbe avuto questa centrale a biomasse alle porte del centro abitato”.