120 milioni di euro fino al 2017 per la filiera lattiero-casearia. Accolte indicazioni del M5S

Il deputato pugliese L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera, esprime soddisfazione per l’accoglimento delle indicazioni fornite negli ultimi due anni e chiede di approvare la risoluzione su etichettatura prodotti fatti con latte in polvere

latte

Un piano da 120 milioni di euro, nel triennio fino al 2017, a sostegno della filiera lattiero-casearia pressata dalla cessazione del sistema delle quote e dalla volatilità dei prezzi che hanno depresso, anche al di sotto dei costi di produzione, le quotazioni italiane di latte. È il pacchetto di misure presentato dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina che il Governo intende mettere in campo per sostenere i 35.000 allevatori italiani, anche in vista del Consiglio straordinario di Bruxelles del 7 settembre richiesto da Italia e Francia.

“Le novità inserite nel piano latte del Governo rappresentano passaggi fondamentali per la tutela del settore e sono, in buona parte, frutto di un lavoro importante svolto dal Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura: a cominciare dall’etichettatura per i prodotti 100% italiani, dal rispetto di quanto previsto dall’articolo 62 sui contratti commerciali o dalla ristrutturazione dei debiti delle aziende a tassi agevolati – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Comagri a Montecitorio – Ora è necessario perseverare nell’impegno per questo settore che rappresenta un elemento importante sia per l’economia nazionale sia per le tradizioni agricole e agroalimentari del nostro Paese. Per questo, riteniamo fondamentale che il Ministero continui ad ascoltarci attraverso l’accoglimento della nostra risoluzione sull’etichettatura dei prodotti realizzati con latte in polvere. Il nostro atto, infatti, – continua L’Abbate (M5S) – anche alla luce della recente procedura di infrazione avviata in Unione europea e delle molte polemiche che ne sono seguite, propone di intervenire nelle competenti sedi per inserire, nell’etichetta dei prodotti derivati dal latte, la loro reale composizione così da garantire un rapporto di trasparenza concreta con i consumatori”.