Care amiche,
cari amici,
come sapete stiamo attraversando una situazione economica gravissima. Sempre più italiani sono preoccupati per il timore di non poter mantenere il loro benessere.
La disoccupazione non è mai stata così alta, un giovane su due non riesce a trovare lavoro, la pressione fiscale ha raggiunto un livello mai toccato prima, molte aziende chiudono e quelle che resistono fanno sempre più fatica, sono sempre di più le famiglie che non arrivano alla fine del mese.
Da questa situazione non si esce senza una decisa inversione rispetto alla strada della politica economica seguita finora dagli ultimi governi.
La direzione da prendere si può riassumere in tre punti:
Primo: meno tasse
Secondo: meno tasse
Terzo: meno tasse.
Meno tasse sulla casa, meno tasse su chi lavora, meno tasse sulle imprese.
Quello che proponiamo è una rivoluzione del nostro sistema fiscale, che così com’è oggi sottrae agli italiani più della metà dei frutti della loro fatica.
La nostra è una proposta semplice, chiara, comprensibile a tutti e facile da applicare.
Vogliamo cancellare il complicatissimo sistema attuale di aliquote differenti, di deduzioni, di detrazioni e sostituirlo con un’aliquota unica del 20%.
In altre parole, ogni italiano – persona e azienda – pagherà il 20% di quello che guadagna, non un euro di più, non un euro di meno.
E’ la Flat Tax, la tassazione piatta che avevo già proposto con il professor Martino nel 1994 ma che mai ci era stato permesso, dagli alleati e dall’opposizione, di realizzare.
Da allora 38 paesi l’hanno adottata tutti con ottimi risultati.
Il primo Hong-Kong e poi proprio nel 1994 Estonia, Lituania, Lettonia, ecc.
Perché proprio il 20%?
Perché abbiamo calcolato che così non sarà messo in pericolo l’equilibrio dei conti pubblici, e quindi l’Europa non potrà sollevare obiezione alcuna.
Non solo:
abbiamo previsto per i pensionati e per chi guadagna meno una “No Tax area” per i primi 13.000 euro di reddito annuo.
Questo significa che chi guadagna al di sotto di 13.000 euro l’anno non pagherà nessuna tassa, chi ne guadagna per esempio 15.000 pagherà le tasse solo su 2000 e così via.
Viene rispettato così il principio di progressività stabilito dalla Costituzione, ma anche dal buon senso, per il quale i più ricchi pagano di più, non solo in cifra assoluta, ma anche in percentuale al loro reddito.
Perché abbiamo fissato il limite proprio a 13.000 euro?
Perché vogliamo alzare a 1.000 euro al mese le pensioni minime, quindi 13.000 euro all’anno compresa la tredicesima, e vogliamo che questi pensionati non paghino alcuna imposta.
Vengo ai vantaggi pratici per gli italiani.
Il primo e più importante vantaggio, è che la gran parte degli italiani pagherà meno di quel che paga adesso.
E soprattutto chi crea ricchezza, chi crea lavoro, chi investe non sarà più scoraggiato a farlo da una imposizione fiscale troppo alta.
Poi, la semplicità.
Con la Flat Tax ognuno potrà fare la dichiarazione dei redditi da solo, facilmente, senza timore di sbagliare.
Infine, e soprattutto, meno evasione fiscale e meno elusione. E’ così in tutti i Paesi che hanno adottato la Flat Tax.
Con un’aliquota bassa e un sistema semplice è molto più difficile sfuggire alla giusta imposizione fiscale, perché non ci sono scappatoie, e al tempo stesso conviene meno, molto meno, tentare di evadere, di fare i furbi.
Questa è la Flat Tax, la tassa piatta uguale per tutti, una proposta concreta, efficace, sperimentata, che nei prossimi giorni presenteremo in Parlamento insieme a molte altre misure per il rilancio dell’economia, come ad esempio la non tassazione sulla compravendita di immobili per almeno sei mesi, una moneta nazionale da affiancare all’euro e un aumento del limite della spesa in contanti sino a ottomila euro come negli Stati Uniti.
Resteranno così più soldi nelle tasche degli italiani.
Mi permetto di ricordarvi che nel 2011, con il nostro governo costretto poi alle dimissioni a causa di un vero e proprio colpo di stato, stavamo tutti molto meglio.
Con i tre governi della sinistra negli ultimi tre anni la disoccupazione che con noi era all’8,4% è arrivata al 13,3%, con un milione e centomila posti di lavoro in meno;
i consumi delle famiglie sono scesi del 10,7% con 78 miliardi di euro spesi in meno dal 2011; il valore degli immobili è diminuito almeno del 25%. Eccellenti risultati.
Con tanti complimenti ai signori Monti, Letta e Renzi e a tutti i loro validissimi collaboratori.