Nella giornata del 28 Aprile l’Associazione radicale di Foggia “Mariateresa Di Lascia” nelle persone del segretario Norberto Guerriero e dell’attivista Ivana De Leo, accompagnati dal consigliere regionale di Forza Italia Giandiego Gatta ha effettuato una visita ispettiva presso il carcere di Foggia. Il 28 maggio prossimo scadono i termini concessi dalla CEDU dopo la condanna con la c.d. “sentenza Torregiani” per i trattamenti inumani e degradanti perpetrati nelle carceri italiane. I radicali italiani conducono da anni la battaglia per una giustizia giusta che riporti l’Italia fuori dalla condizione di flagrante illegalità in cui si trova. Proprio in queste ore il leader storico dei radicali Marco Pannella è impegnato in un estremo sciopero della sete nonostante sia stato sottoposto ad un delicato intervento cardio-chirurgico ed ha raccolto il sostegno e la vicinanza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di Papa Francesco.
I numeri del collasso del sistema giustizia sono disarmanti, secondo i dati ufficiali del DAP al 31/03/14 i detenuti reclusi nelle carceri italiane sono oltre 61 mila a fronte di una capienza regolamentare di soli 48,309 posti. In questa tragica classifica la Puglia si colloca tra le prime regioni per sovraffollamento con 3.669 detenuti in 11 istituti che potrebbero ospitare massimo 2.431 detenuti.
I numeri delle morti all’interno delle carceri sono ancora più brutali certificando che in Italia si muore di carcere: dal 2002 all’aprile 2014 sono 2284 i detenuti morti dei quali 813 suicidi.
I radicali foggiani conducono ormai da oltre 50 giorni una sciopero della fame a staffetta come forma di lotta non violenta, per denunciare lo stato degradante ed inumano delle carceri di Capitanata.
A gennaio l’associazione radicale “Di Lascia” ha effettuato la prima visita presso il carcere di Lucera, a pochi giorni dall’ennesimo suicidio di un giovane, con la presenza del segretario di radicali italiani on. Rita Benardini. Durante la visita hanno denunciato la condizione di degrado e fatiscenza della struttura accendendo un faro su una morte ammantata da troppe ombre.
Ieri una nuova visita presso il carcere di Foggia, dove poco più di 15 giorni fa un giovane detenuto di 22 anni ha tentato di uccidersi.
Come sottolinea il segretario Norberto Guerriero “i numeri attuali sono quelli di una situazione al collasso nella quale diventa difficile operare anche per l’amministrazione penitenziaria. 552 detenuti, numero in constante crescita per il rientro dei detenuti trasferiti temporaneamente presso altro istituto e secondo la direzione destinati a ritornare velocemente verso le oltre 750 unità. Di questi, molti sono affetti da patologie che richiederebbero un’adeguata assistenza sanitaria e ben 123 tossicodipendenti, dei quali solo 15 in trattamento. Sono reclusi, 296 detenuti in attesa di giudizio a dimostrazione di un sistema di detenzione preventiva e cautelare inadeguato. All’interno del carcere ci sono giovani in attesa di giudizio da oltre 3 anni.
Gli interventi adottati dalle istituzioni nazionali per arginare tale situazione sono insufficienti come dimostrano le sole 14 unità in meno a seguito dei provvedimenti cosidetti svuota-carceri, sottolineando la necessità di un intervento straordinario di amnistia ed indulto. Ci chiediamo dove possa condurre la miopia di un’amministrazione penitenziaria che metro alla mano pensa di poter sanare la situazione semplicemente garantendo l’insufficiente misura di 3 metri quadrati per detenuto, riducendo tale emergenza in una semplice corsa al rispetto di un parametro che invece andrebbe calato nel contesto di strutture totalmente inadeguate ad ospitare una popolazione carceraria così numerosa.”
Ma l’associazione “Mariateresa Di Lascia” denuncia anche le condizioni estreme in cui operano gli agenti della polizia penitenziaria, sottodimensionati come personale con un età media di servizio tra i 15 e 20 anni, addirittura privi di un proprio servizio di assistenza sanitaria interna.
I radicali foggiani contestualmente allo svolgimento della visita hanno organizzato un sit-in dinanzi al carcere per la distribuzione dei formulari necessari per i ricorsi presso il magistrato di sorveglianza e la CEDU. Insieme a loro anche le camere penali che renderanno a breve tale materiale disponibile agli 87 avvocati penalisti del foro foggiano, per garantire l’effettiva fruizione di tali strumenti da parte dei detenuti degli istituti di Capitanata, come sottolineato dal presidente delle camere penali avv. Gianluca Ursitti.
Solidale con l’iniziativa anche il COSP, sigla sindacale che da anni denuncia le condizioni inumane delle carceri pugliesi.
Si è registrata anche la spontanea presenza presso il presidio dei candidati sindaci al comune di Foggia e proprio a loro il segretario dell’associazione radicale di foggia “Mariateresa Di Lascia” lancia una provocazione: “primo atto della prossima giunta introdurre il garante comunale del detenuto, per rendere effettiva la funzione di garanzia di tale figura e sanare le inefficienze fisiologiche del garante regionale. Noi radicali ci batteremo per portare in campagna elettorale e, più in generale, nel dibattito della città tali tematiche sui diritti civili non fermandoci alla sterile protesta ma avanzando concrete proposte. Ricordiamo che dal prossimo fine settimana saremo presenti con tavoli di raccolte firme sul tema del registro del testamento biologico dopo l’inaccettabile battuta d’arresto subita nel consiglio comunale”.