Tatarella (FLI): LA NUOVA COALIZIONE? NÈ BIANCA, NÈ MODERATA, MA EUROPEA E RIFORMATRICE.

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Piuttosto che il campo dei moderati, dovremmo organizzare quello degli europeisti. L´area moderata oggi è fonte di equivoci e fotografa uno scenario superato. L´equivoco si materializza in Silvio Berlusconi, che, negli anni scorsi, ha occupato quell´area, interpretandola ed egemonizzandola, mentre oggi la usurpa e la tradisce, dando spazio e voce alle pulsioni più demagogiche, con la coppia di vita e di affari Sallusti / Santanchè. Lo scenario superato è quello della contrapposizione moderati vs progressisti, al quale sembrano ancora appellarsi i pidiellini, come se fossimo ancora nel ventennio appena trascorso e il bipolarismo forzato non avesse mostrato tutti i suoi limiti.

Oggi ben altro è il discrimine politico, sul quale organizzare offerte ed aree politiche convergenti, mettendo fuori campo sia quelli che ancora perseguono l´illusione di una nuova e onnicomprensiva santa alleanza di tutti i moderati, da Storace (?) a Buttiglione, sia quegli altri amici che sognano, o minacciano, una sorta di Rifondazione neomissina, senza nemmeno avere sottomano qualcuno che lontanamente assomigli a un Fini o a un Almirante. Lo stesso, naturalmente, vale anche per chi, a vent´anni dalla sua scomparsa, insegue ancora la chimera di una resurrezione democristiana, sotto l´usbergo di una ancora non ben identificata cosa bianca.

Se la caduta del muro di Berlino travolse le ideologie del XX secolo e le inchieste di tangentopoli cancellarono i partiti della vecchia Repubblica, la crisi economica mondiale, che ha svelato un´Italia fragile e sull´orlo del baratro, ha archiviato le vecchie alleanze e, con esse, il bipolarismo forzato e incompiuto degli ultimi vent´anni. Sbaglieremmo anche noi se non comprendessimo che oggi tutto non è più come prima e continuassimo a ragionare come se nulla fosse cambiato.

Non cerchiamo, allora, moderati da strappare al berlusconismo, supposto declinante, per arruolarli in nuovo e più autentico contenitore liberale da contrapporre a una sinistra progressista o socialdemocratica. Schema certamente vecchio e probabilmente anche perdente. Cerchiamo, invece, fra i tanti cittadini consapevoli, avveduti e responsabili, gli europeisti. Quelli veri, che credono ancora in un primato civile, culturale ed economico dell´Europa e che vogliono un Continente politicamente unito e forte.

L´Europa è entrata prepotentemente nel dibattito politico nazionale e sarà il tema predominante della prossima campagna elettorale. Purtroppo è entrata dalla porta sbagliata e nel momento peggiore. Nel pieno della crisi gravissima che stiamo attraversando, è fin troppo facile scaricare ogni colpa sull´Europa, dimenticando disinvoltamente le responsabilità pregresse, non solo di chi ci ha governato, ma di tutta la classe dirigente italiana. Contro l´Europa si scaglieranno i grillini di destra e di sinistra e demagoghi e populisti di ogni risma, proponendo ricette devastanti, come l´uscita dall´euro, il ritorno alla lira e la denuncia dei trattati costitutivi dell´Unione europea. Follie, che rischiano di attecchire la dove più forti e dolorosi si fanno sentire i morsi della crisi economica ed occupazionale. È già accaduto in Francia e Grecia, accadrà altrove.

Questo e non altro è il fronte che che va combattuto e arginato, per evitare all´Italia e all´Europa intera anni ancora più bui e dolorosi. Questo argine non lo si costruisce ricorrendo a vecchie e improprie alleanze, ormai sepolte, e nemmeno inseguendo nostalgie identitarie di centro o di destra. Quella che va costruita, invece, è una coalizione che profumi di nuovo, che faccia sognare e che trasmetta emozioni. Una coalizione che abbia nella vocazione europea la sua essenza e il suo perimetro.

Nella lunga e faticosa gestazione dell´Unione Europea sono stati commessi certamente degli errori, che, però,non potranno mai mettere in ombra un fatto: essa ci ha garantito più di sessant´anni di pace ininterrotta, dopo che, in soli trent´anni, il nostro continente era stato insanguinato e distrutto da due terrificanti conflitti mondiali, con milioni di vittime umane e devastazioni di ogni genere.

Abbiamo, fra mille difficoltà, costruito solo una Unione economica e monetaria. É stato un errore e oggi ne paghiamo il costo, ma sarebbe cosa vana, se non facessimo ammenda anche delle incertezze, delle timidezze, delle resistenze e dei ritardi che ne furono causa. Al punto in cui siamo tornare indietro non si può. Dobbiamo necessariamente andare avanti. Con forza, coraggio, sacrifici, e una grande passione politica. Per costruire gli Stati Uniti d´Europa. Utopia? Forse, ma dobbiamo crederci. Questa è una missione storica, che mobiliterebbe nuove energie e nuovi entusiasmi. Sopratutto fra i giovani, che devono essere coinvolti da protagonisti nella nuova coalizione che stiamo costruendo. Sono i giovani dei progetti Erasmus, i professionisti di oggi e di domani, che viaggiando e studiando in Europa, l´hanno conosciuta, frequentata ed amata più di quanto sia accaduto alle precedenti generazioni. Insieme a loro dobbiamo rilanciare il progetto di un´Europa politica, democratica e federale. Anche nello sport, le recenti Olimpiadi di Londra hanno dimostrato che l´Europa, se fosse unita, sarebbe di gran lunga la nazione più forte e medagliata del mondo.

L´Europa che noi vogliamo, pertanto, deve essere una comunità politica vera e non solo una unione economica e monetaria, un nuovo Stato democratico, con un Governo e un Parlamento, espressioni della volontà popolare. Se cessioni di sovranità dovranno ancora esserci, che lo siano a favore di un´autorità che abbia una base e una legittimità democratica.

Può tornare utile a questo progetto e a questa coalizione richiamarsi all´insegnamento di Alcide De Gasperi? Certamente. E ugualmente ad Altiero Spinelli. Possiamo farlo anche noi, che veniamo da una storia politica diversa. Perchè ci accomuna la passione per l´Europa. Perchè anche noi vogliamo raggiungere una meta che fu cara ad entrambi. Loro la videro prima di noi. Noi dobbiamo coltivare l´ambizione di arrivarci.

Se non ora, quando?

Salvatore Tatarella

Eurodeputato, Presidente Assemblea nazionale di Fli