Quattordici ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Fogggia contro i ladri di rame

 

Con l’ esecuzione degli odierni provvedimenti 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Foggia –ufficio del Gip- si conclude una laboriosa operazione investigativa, denominata cuprum, della Squadra Mobile di Foggia tesa allo smantellamento di una stabile organizzazione criminale composta da cittadini rumeni e italiani che gestivano tutto il malaffare legato al furto di cavi di conduttori di rame di proprietà di Enel Distribuzione s.p.a. e di Telecom Italia s.p.a. sino alla sua ricettazione e immissione sul mercato.Si ricorda, infatti, che già le investigazioni precedenti avevano scoperto l’esistenza di stabili gruppi criminosi che agivano sul territorio di Foggia e provincia capeggiati da due rumeni che materialmente gestivano gruppi di predatori che si impossessavano di cavi di rame.

I due gruppi, poi, si avvalevano di cittadini italiani per la vendita del rame illecitamente sottratto.Le odierne misure restrittive colpiscono, ancora una volta, i c.d. “ manovali”, ovvero le batterie di predoni, ma colpiscono soprattutto i gangli vitali dell’organizzazione ovvero i ricettatori, articolati su due livelli. A riguardo le attività investigative hanno dimostrato che il furto di rame sistematicamente operato da spietati rumeni, con grave danno per gli impianti, confluiva presso i locali di una società sita a San Severo e sottoposta a sequestro operante proprio nel settore del recupero del materiale ferroso, i cui legali rappresentanti si occupavano di ricevere il rame sottratto per poi ripulirlo dalla sua illecita origine, visibile principalmente dagli evidenti segno di bruciatura, al fine appunto di reintrodurlo nel mercato.

Essi acquistavano il rame trafugato da altro livello di ricettatori che, a loro volta lo ricevevano da un cittadino rumeno. Quest’ultimo, aveva sia il ruolo di collettore del rame trafugato che riceveva direttamente dai gruppi dediti alla commissione dei furti facenti capo a rumeni, sia il compito di rifornire le bande di predatori della attrezzature necessarie per la perpetrazione dei furti, come ad esempio i ramponi.

I ricettatori con dovizia e impegno organizzavano nei minimi particolari lo stoccaggio della refurtiva nei capannoni siti a San severo.

Comunicato Stampa della Questura di Foggia
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