Mondo Gino Lisa:ampliare l’aeroporto foggiano per dare uno scalo adatto alla provincia più ricettiva del sud italia

Pubblichiamo la nota di Francesco De Cristofaro pubblicata sul sito Mondo Gino Lisa; la responsabilità del contenuto è ESCLUSIVAMENTE dell’autore.

Forse sono solo conti a tavolino, anche se a Mondo Gino Lisa preferiamo chiamarli numeri (o meglio statistiche) e di numeri quando si parla di aeroporti e sopratutto di costruzione di nuovi aeroporti se ne sentono tanti.

In questi anni sono stati avviati scali in territori che distavano poche decine di chilometri da aeroporti già avviati o in territori a popolazione non proprio numerosa.

Il filo comune che ha legato queste realizzazioni, liquidate grossolanamente come aeroporti fantasma insieme con il Gino Lisa, è la necessità di sviluppare il turismo.

Senza entrare nella polemica sul fatto che si parli del Gino Lisa come scalo bonsai senza che ci si addentri sul perché il numero di passeggeri sia così ridotto, vogliamo provare a dare una consistenza numerica alla vocazione turistica di un territorio che reclama uno scalo aeroportuale per aprirsi al turismo nazionale e internazionale.

L’osservatorio nazionale per il turismo mette a disposizione diversi indicatori di turisticità sul proprio sito, utilizzabili per rispondere a una domanda cruciale: il territorio che reclama uno scalo ad uso turistico ha una struttura ricettiva idonea? Ebbene leggendo le statistiche a disposizione emerge che la provincia di Foggia si posiziona molto meglio di altre province in termini di posti letto a disposizione nelle strutture alberghiere e complementari (B&B, agriturismi):è la decima provincia in Italia e la 1° in assoluto se consideriamo il mezzogiorno e le isole. Questo significa che Foggia è più ricettiva dal punto di vista turistico di colossi dell’industria turistica nazionale come le province di Palermo, Catania, Olbia, Napoli e persino Firenze (la classifica integrale nazionale è consultabile qui).

Se ci atteniamo a quest’indicatore, evidenza di un’industria turistica attiva e vitale, Capitanata e Gargano diventano quindi le aree a più alta capacità ricettiva del mezzogiorno d’Italia, un territorio dotato di un patrimonio artistico, paesaggistico e naturalistico immenso e che è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

Questo dimostra ancora una volta che uno scalo in Capitanata non solo è necessario, ma che solo il turismo costituirebbe per il Gino Lisa una base di passeggeri ampia e costante, anche grazie al turismo religioso destagionalizzato.

Mentre in taluni territori sono stati realizzati alcuni scali giustificandoli con necessità turistiche senzache questo abbia poi portato alla genesi di un’industria turistica locale, a Foggia l’economia turistica locale già ampia esviluppata per tanti anni non è riuscita a meritarsi uno scalo dedicato che permetta una reale apertura al turismo internazionale.

Se infatti incrociamo i dati della ricettività turistica con la distanza dallo scalo più vicino (vedi tabella), senza il Gino Lisa la situazione in termini di connettività aeroportuale per la Daunia è tutt’altro che rosea: dispongono di unoscalo più lontano solo le province di Agrigento, di Campobasso (territorio ricadente anche lui nel bacino d’utenzadel Gino Lisa) e dell’Ogliastra(se escludiamo lo scalo di Tortolì che ha deficit strutturali ancor più evidenti del Gino Lisa).

Queste province tuttavia raggruppate raggiungono a malapena i 2/3 della disponibilità di posti lettodella provincia di Foggia.

Quest’analisi vuole mettere a fuoco la necessità di dare uno scalo ad unterritorio che è in grado di ospitare flussi turistici anche consistenti in quanto è in grado di offrire diverse destinazioni turistiche usufruibili non solo nel periodo estivo.

E’ necessario procedere speditamente con l’adeguamento dello scalo, in modo da poter ospitare volicharter e di linea da almeno 150 posti, che permettano di vendere il prodotto Gargano sui mercati turistici internazionali entro la stagione 2014.

Un ultima considerazione: uno scalo nell’area nord della Puglia consoliderebbe il primato dell’offerta turistica pugliese che complessivamente ha una disponibilità di posti letto superiore alle 200.000 unità: occorre però riequilibrare il gap che vede oggi la provincia di Foggia come la più svantaggiata dal punto di vista aeroportuale (non essendo la distanza da Palese compatibile con un flusso turistico verso la Capitanata).

Il patrimonio ricettivo della provincia di Foggia vale infatti da solo circa il 45% dell’intera offerta turistica pugliese, una vocazione turistica che va sorretta con un infrastruttura adeguata: lo spezzettamento dei periodi di vacanza, il taglio delle tratte ferroviarie sulla linea adriatica e il costo elevato di spostamento a lungo raggio con l’auto rendono l’aereo il metodo di spostamento più compatibile con le esigenze di turismo moderno.L’ammodernamento del Gino Lisa consentirebbe al sistema turistico pugliese nel suo complesso di calamitare ancor di più i flussi turistici: basti pensare alla possibilità di poter vendere pacchetti turistici itineranti che si snodino dal  Gargano al Salento, passando per la Valle d’Itria e il litorale Brindisino (con arrivo su uno scalo, soggiorno in un territorio e ripartenza dopo un altro soggiorno da un altro scalo).Questa inedita modalità di vendita del prodotto turistico Puglia permetterebbe di incrementare le presenze sull’intero territorio regionale e conseguentemente di creare nuove opportunità occupazionali.