Rocco Palese (PdL) : “Vendola dica come ha scelto gli ospedali da chiudere”

Segue articolo realizzato dalla Redazione di SanMarcoinLamis.EU pubblicato sul sito della medesima testata giornalistica ; qui riportato a scopo puramente illustrativo e senza trarne ALCUN fine di lucro.

“Una mannaia ragioneristica”. Così è stata definito il regolamento sul riordino ospedaliero adottato dalla Giunta regionale nei giorni scorsi dai sindaci dei comuni  che sono intervenuti alla seduta congiunta monotematica della  I e III commissione consiliari, presiedute rispettivamente da Arcangelo Sannicandro e Dino Marino.

Sono iniziate, infatti, oggi le audizioni alla Regione con la partecipazione dell’ANCI e UPI Puglia e dei sindaci di 19 comuni (Ruvo di Puglia, Bitonto, Santeramo in Colle, Minervino Murge, Spinazzola, Cisternino, Ceglie Messapica, Monte Sant’Angelo, Torremaggiore, San Marco in Lamis, Gagliano del Capo, Maglie, Poggiardo, Massafra, Mottola, Rutigliano, Noci, Campi Salentina e Mesagne). L’ANCI e l’UPI hanno chiesto in particolare, pur nella consapevolezza della necessità contingente dei tempi brevi che si accompagnano alla definizione del provvedimento, che sia resa effettiva la concertazione istituzionale (con particolare riferimento alla Conferenza dei sindaci delle ASL); che venga garantita una conoscenza dettagliata degli interventi che si andranno a definire con la certezza sui tempi di attuazione e la contestualità dei provvedimenti di dismissione/attivazione dei servizi. Il piano – secondo molti sindaci – rappresenta un attentato al diritto alla salute costituzionalmente garantito, oltre a costituire un mancato rispetto del Livelli essenziali di assistenza (Lea). I rappresentanti dei comuni hanno sottolineato anche come l’intero provvedimento sia stato calato dall’alto senza alcuna concertazione e condivisione. In molte circostanze sono state completamente disattese le intese stabilite nell’ambito dei PAL (Piani attuativi locali), adottati lo scorso anno in applicazione del Piano della Salute. Provvedimenti “abortiti”, è stato detto.  Peraltro sono state previste disattivazioni anche per sedi ospedaliere dove sono state investite in precedenza ingenti risorse finanziarie. Richiesta unanime è stata quella di avere garanzie di tempi certi tra dismissione delle strutture ospedaliere e attivazione di nuovi servizi territoriali, per i quali sono state presentate anche proposte alternative o aggiuntive, a sostanziale titolo di risarcimento per la chiusura dei presidi ospedalieri.

“Questa mattina in Commissione è emerso chiaramente che il Governo Vendola ha deciso la chiusura degli ospedali pugliesi senza il benchè minimo confronto con il territorio. Molti Sindaci hanno denunciato che interi territori resteranno privi di assistenza dopo le chiusure. Per essere messi nelle condizioni di esaminare nel dettaglio e discutere il Piano dei tagli, abbiamo quindi chiesto al Presidente della Commissione Sanità, di far trasmettere alla Commissione, copia dell’intera documentazione istruttoria del DDL e dei provvedimenti regolamentari relativi”. Lo rende noto il capogruppo del Pdl, Rocco Palese, che aggiunge: “Tutti ricorderanno quando la gloriosa prima Giunta Vendola nel 2006 faceva i tour dell’ascolto in tutti gli ospedali pugliesi promettendo di restituire il maltolto e riattivare tutti i reparti. Nel chiederci come mai oggi i suoi vecchi compagni di partito non gli chiedano conto addirittura della chiusura dell’ospedale, ci auguriamo che tra la documentazione richiesta oggi alla Commissione, ci sia traccia di quanto Vendola e compagni andavano ascoltando in giro per gli ospedali nelle loro passerelle politico – elettorali. Oggi, a 5 anni da quei tour in cui prometteva di riaprire i reparti, Vendola decide di chiudere interi ospedali, ben 18 in tutta la Puglia. Noi contestiamo aspramente questo Piano; come abbiamo detto e proposto in Consiglio regionale, per salvare tutti gli ospedali, a Vendola basterebbe tagliare dell’1% le spese per beni e servizi ed eliminare le spese non sanitarie. Invece ha deciso di confermare tutti gli sprechi e le clientele, di inserire il ticket di un euro a ricetta pure agli esenti, di aumentare le tasse regionali e tagliare solo i servizi ai cittadini.”

Toni accesi, inoltre, da parte delle altre forze d’opposizione “dal momento che nessun rappresentante del governo regionale, ad iniziare dall’assessore Fiore, ha avuto la sensibilità di assistere alle audizioni. Fiore e Vendola – continua la nota giunta in redazione –  hanno fornito la prova di aver già deciso come agire, tagliando indiscriminatamente posti letto e reparti, infischiandosene di cittadini, dei sindaci, dei sindacati (ricevuti in separata sede a lavoro conclusi,altro segnale di ineducazione istituzionale), dei partiti che sostengono la coalizione di sinistra (ad iniziare dal Pd), ed anche delle stesse istituzione, dal momento che sono stati tanto insensibili dall’assentarsi ai lavori e di aver utilizzato la commissione alla stregua di uno sfogatoio”

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