Il Sole 24 Ore intervista Antonio Mastrapasqua Presidente e Commissario Straordinario dell’Inps

 Il Sole 24 Ore ha intervistato Antonio Mastrapasqua, 51 anni, da poco più di due è presidente e commissario straordinario dell’Inps, ne riportiamo l’intervista dal sito della testata economico-finanziaria.

Il vostro contenzioso è gigantesco, il caso di Foggia eclatante. Non si poteva affrontare prima?
Quello del contenzioso è stato tra i primi problemi su cui ho chiesto approfondimenti perché, come dice lei, è davvero gigantesco. Ma ricordo una comunicazione routinaria – «Abbiamo un milione di cause aperte» – accompagnata da un senso di ineluttabilità, di rassegnazione. E c’era una convinzione molto radicata: se ci sono tutte queste pratiche aperte, la colpa è dei tribunali che non funzionano. Ho voluto capirne di più, sono state effettuate rilevazioni e ispezioni in diverse sedi.
E la colpa non era solo dei tribunali…
Ovviamente no. Il “caso Foggia” era ampiamente noto nella sua dimensione abnorme, ma ignote erano le cause dell’accumulo, i buchi procedurali e normativi, le eventuali responsabilità. Per prima cosa, perciò, sono partite le verifiche interne.
Con quale esito?
Anche da noi c’era qualcosa che non funzionava, si trattava di falle riparabili e abbiamo agito subito; ho anche fatto conteggiare al centesimo le decine di milioni di euro pagati ogni anno per le spese legali. E ho capito che, come spesso accade in un ente grande come il nostro, ci si era concentrati sul core business, trascurando il contenzioso. Un errore costosissimo per l’intera pubblica amministrazione e, in ultima analisi, per il cittadino.
Inps, tribunali, ministeri, ognuno per conto proprio.

Perché la Pa non riesce ad agire in maggiore sinergia?
Sembrerà paradossale, ma io penso che tra i vari settori pubblici pesino le gelosie, da abbattere senza indugio. Per questo, riparati i danni in casa nostra, ho voluto incontrare il presidente del Tribunale di Foggia per condividere con lui i nostri progressi e stringere intese di ulteriore miglioramento. Per esempio, data la situazione di sovraccarico determinatasi in quel tribunale per le cause Inps, Foggia è stato il primo ufficio giudiziario ad accedere alle nostre banche dati.
Ce ne saranno altri?
Certamente. Ed è logico che sia così. Come dicevo sorridendo al ministro Alfano, con il nostro milione di pendenze civili siamo i più grandi azionisti della Giustizia. Perciò abbiamo pensato a come favorire lo smaltimento anche sul versante giudiziario.

Cosa farete per dare una mano al servizio Giustizia?
A partire da metà gennaio, diventerà attiva sul nostro portale un’applicazione dedicata alla magistratura: con una password speciale e nel pieno rispetto della privacy dei cittadini, i magistrati potranno accedere alla nostra banca dati, la più vasta e aggiornata che esista; il tutto senza far girare nemmeno un foglio di carta. È il sistema già adottato con la Direzione investigativa antimafia, anche per indagini in cui non c’entra l’Inps.
Come hanno reagito le procure e i tribunali?
Ho colto un reale interesse per l’iniziativa. D’altra parte, dopo Foggia e con il “metodo Foggia”, ci apprestiamo ad aggredire le altre nove situazioni in cui il tasso di contenzioso è altissimo e dunque abnorme.

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