Fabrizio Tatarella(FLI):la vocazione al suicidio del PdL a Cerignola

È davvero difficile trattenere un moto di sbalordimento di fronte all’insensato attacco che quattro consiglieri del Pdl di Cerignola, di ascendenze forzitaliote, stanno portando al Sindaco Antonio Giannatempo e all’assessore Enzo Pece.

Evidentemente non contenti di aver ottenuto gran parte della segreterie cittadine, compresa quella di Cerignola, riducendo ai minimi termini gli ex An ormai scomparsi,  i forzaitalioti pretendono di cancellare ogni espressione della destra che pure tanto ha dato, a livello nazionale e locale, al centrodestra proprio partendo da questa città una volta tra le più rosse d’Italia.

Per eliminare i finiani si muove anche il buon Mazzone, meno prudente del solito, non comprendendo che, con questo atteggiamento, potrebbe pregiudicare il sostegno di FLI in alcune centri coinvolti nel voto di primavera dove sono già stati raggiunti accordi.

Ad Enzo Pece, esponente di Futuro e Libertà, ma componente della Giunta in base all’intuitu personae del primo cittadino, viene rimproverato di appartenere ad una forza politica collocata all’opposizione del Governo (absit iniuria verbis) nazionale. All’acume di questi quattro politologi insigni è, evidentemente, sfuggito che della Giunta e della maggioranza che governa Cerignola fa parte a pieno titolo l’Udc, che pure a Montecitorio non brilla per milizia proberlusconiana. Anzi, a seguito delle dolorose vicende interne allo scudocrociato, le Udc sono ben due, in versione “ufficiale” e nella declinazione dauna dell’Unione di Capitanata.

FLI non ha rappresentanza consiliare non avendo partecipato con una sua lista alle ultime amministrative, ma molti dei suoi uomini hanno determinato, come dal Sindaco stesso riconosciuto dopo il ballottaggio, la vittoria del centrodestra.

Senza i consensi di Pece, peraltro primo dei non eletti nel Pdl, a cui oggi devono sommarsi i tanti consensi di FLI ed alla persona di Fini, che a Cerignola sono sempre stati diversi, senza l’attività del settimanale “La Scopa”, diretto dallo stesso Pece, e la quattro giorni con big della politica nazionale che,in chiusura di campagna elettorale e non certo grazie a loro, si sono spesi per la vittoria di Giannatempo, dalla Polverini a Sgarbi solo per citarne alcuni, tre dei “Magnifici Quattro” oggi non sarebbero in Consiglio comunale.

Trascuriamo la circostanza, evidentemente del tutto inconferente per i “Magnifici Quattro”, che Pece sia un ottimo assessore e che, forse, abbia pagato alla sua attività amministrativa un ingiusto prezzo che da solo gli meriterebbe il posto nell’Esecutivo. I pidiellini dissenzienti si rendono conto del vulnus che la loro condotta infligge alle prerogative del sindaco? Che con queste sciocchezze assortite manifestano solo una chiara vocazione al suicidio?  

 

 

Fabrizio Tatarella

Coordinatore provinciale

Futuro e Libertà per l’Italia

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